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L'ospite e l'intruso: due per nove - Studio di Barbara Colombo e Massimo De Caria - Milano

Un progetto di Ermanno Cristini
Un progetto di Ermanno Cristini.
Artisti partecipanti: Cesare Biratoni, Giuseppe Buffoli, Gianluca Codeghini, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Gabriele Di Matteo, Serena Fineschi, Sergio Limonta, Giancarlo Norese.
In questo caso io sono l’intruso insieme ad altri otto artisti, Cesare Biratoni, Giuseppe Buffoli, Gianluca Codeghini, Carlo Dell’Acqua, Gabriele Di Matteo, Serena Fineschi, Sergio Limonta, Giancarlo Norese.
Barbara Colombo e Massimo De Caria sono l’ospite nel senso di coloro che ospitano, poiché aprono il loro spazio all’intervento di “terzi”, e di coloro che sono ospitati, dato che espongono il proprio lavoro durante l’incontro con gli intrusi. La risultante è un gioco di relazioni protratto per la tutta la durata della “mostra”. La funzione laboratoriale dello studio infatti continua la sua normale attività attribuendo agli interventi degli intrusi la valenza di semilavorati, soggetti al cambiamento con il cambiare della loro fisionomia e collocazione nel tempo, degli oggetti che si affiancano, delle reazioni degli ospiti, degli accadimenti dettati dalla vita di uno studio che, nello specifico, ha una dimensione necessariamente privata ma nel contempo anche pubblica poiché dotato di una grande vetrina affacciata sulla strada.
L’Ospite e l’Intruso è in questo caso una “mostra” che contiene un movimento contrapposto tra un fuori e un dentro e che finisce in modo diverso da come comincia, cimentandosi in un esperimento di formatività per tragitto dove la provvisorietà e il movimento si sostituiscono alla fissità dell’opera intesa come oggetto compiuto e immutabile.
Cosa c’è da vedere dunque? Quali sono le “opere”? E chi è l’autore: l'intruso o l’ospite, che compare costantemente in filigrana dietro le “cose d’arte” indirettamente e provvisoriamente deposte dai diversi attori nello spazio del suo studio?
Di certo l’opera diventa il prodotto di un dialogo, o meglio è il dialogo stesso, ovvero lo spazio mutevole che si determina via via tra le cose, il focus del loro incontro/scontro, e la pratica artistica assomiglia ad un doppio gioco in cui i ruoli si scambiano nutrendosi del loro continuo slittamento, incontro, sovrapposizione. Al centro la vertigine dei riflessi di cui può restare null’altro che quello che si vede, ovvero la vacuità delle apparizioni, oppure rivelare le tracce di temi complessi come quelli dell’autorialità e della natura relazionale dell’opera, al di là della sua ricaduta oggettuale.
Ermanno Cristini
Gianluca Codeghini
Carlo Dell'Acqua