Siamo abituati a pensare a una mostra d'arte come ad un progetto chiuso e definito, dove un soggetto (il curatore o promotore) si assume il compito di scegliere a priori uno o più artisti, di individuare un tema e di creare, così, un organismo fatto e finito, pronto ad essere esibito, con una discreta sicurezza sul risultato, al pubblico. Quando, però, si esce dalle piste tracciate e ci si spinge sul terreno delle sperimentazioni culturali, i risultati possono essere sorprendenti: è l'esperienza di NoPlace.Space, una mostra-incontro, un evento sociale più che espositivo che capovolge le consuete modalità organizzative.
L'obiettivo non è la sintesi, ma l'espansione: basandosi sulla metafora del rizoma, ogni partecipante è al tempo stesso artista e curatore e, pertanto, chiamato a sua volta a coinvolgere e coordinare altri partecipanti a propria discrezione, attivando relazioni (e connessioni) a catena che sfuggono alla presunzione del controllo centrale.
NoPlace è un esperimento sociale, una mostra/incontro della durata di un giorno. La struttura organizzativa dell'evento si basa sulla metafora del rizoma: non esiste una singola curatela che segue un'unica direzione lineare, ma più punti d'origine che avviano connessioni in qualsiasi direzione. La struttura a rizoma consente connessioni da un punto qualsiasi con un altro punto qualsiasi, e ognuno di questi non rimanda necessariamente a punti simili. Il rizoma destabilizza la struttura gerarchica ad albero con connessioni prestabilite e mette in relazione punti molto differenti tra loro e imprevedibili.
La prima edizione "NoPlace - Un giorno prima del contemporaneo" ha avuto luogo il 9 ottobre del 2015 in uno spazio industriale della ex Pirelli di Monza con la partecipazione di un centinaio di artisti.
La seconda tappa, del 12 marzo 2016, ha interessato il castello di Fombio in provincia di Lodi dove più di trecento artisti hanno invaso le sale del castello con opere luminose, video, installazioni e performance. Dalle prime ore del mattino a dopo il tramonto si sono installate e disinstallate opere e presenze poetiche più diverse dando vita a un organismo che si è autoregolato per l’intera giornata senza una regia ma attraverso relazioni fiduciarie tra le parti.
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