Sweet Home - Suzzara (MN), 2021

Umberto Cavenago
Sweet Home è un progetto vincitore dell’avviso pubblico “PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura italiano
Nei video la nascita la costruzione e l'inaugurazione dell'opera e le testimonianze di quanti hanno collaborato alla sua realizzazione.
Sweet Home è un’installazione site specific, commissionata dal Museo del Premio Suzzara realizzata nell’area verde tra l’argine maestro e il Po, nel territorio di Suzzara.
Sweet Home è un’installazione site specific, commissionata dal Museo del Premio Suzzara realizzata nell’area verde tra l’argine maestro e il Po, nel territorio di Suzzara. L’installazione ricalca l’immagine archetipica al contempo della casa e dell’arca, fondendo questi due ideali in un’unica scultura in acciaio CorTen. È una struttura a pianta squadrata e tetto a capanna con una doppia apertura nel senso longitudinale; non poggia su un piedistallo, ma direttamente sul prato. L’installazione è ancorata al terreno in modo che, con le esondazioni dell’area, possa sollevarsi assecondando il flusso delle acque del fiume. Il Po quindi si farà, di volta in volta, parte attiva nella sistemazione dell’opera che, piena dopo piena, cambierà posizione, angolatura, orientamento. In questo modo, l’opera diventerà parte integrante del paesaggio fluviale, istituendo con esso un dialogo.
Sweet Home è anche una vera e propria estensione del Museo del Premio Suzzara, è uno spazio anfibio, un anfratto architettonico in cui le persone possono anche salire a bordo sia con il corpo che con la mente, condividendo i contenuti che la stessa trasporta.ù
Il paesaggio offre una possibilità di un confronto diretto con il reale: di fronte al sito di collocazione dell’opera sono attraccate delle vere house-boat. La realtà e l’idea, il modello e la sua realizzazione si fronteggeranno in questo spazio. Sweet Home non vuole essere una semplice riproduzione di una barca o di una casa, ma si pone come un’opera anti-monumentale che entra in diretta e strettissima relazione con la vita delle persone del luogo.
Sweet Home appare come un oggetto residuale, sopravvissuto alle recenti trasformazioni della società contemporanea e dei suoi modelli di vita, che si delinea come un rifugio e che solleva molte domande sulla relazione dell’elemento del fiume con la vita stessa, con la storia, con la memoria che mira a coinvolgere direttamente chi frequenterà questi luoghi. L’aspetto dell’opera evoca una favola terribile e straordinaria che ha caratterizzato la nostra educazione occidentale: il racconto biblico dell’arca che non naviga ma galleggia nella furia del diluvio universale. È proprio di questo ultimo decennio, saturo di incertezze e minacce sulla nostra sopravvivenza e sull’ecosistema, che il racconto prende una notevole consistenza. Se nella narrazione del diluvio è Dio che invia il castigo all’uomo, oggi l’apocalisse biblica potrebbe essere a opera della potente presenza dell’uomo stesso che è la causa dell’alterazione degli equilibri climatici e biologici della terra. Una delle più temute conseguenze dei cambiamenti climatici è l’innalzamento del livello del mare: i cambiamenti interesserebbero, per fare solo qualche esempio, oltre all’Islanda, la Polinesia i Paesi del Nord e Venezia anche l’intera Pianura Padana, Suzzara compresa.
La storia di Noè con la sua profetica narrazione biblica è come se mettesse in guardia l’uomo dall’incombente sciagura dovuta dalla sopraffazione dell’uomo sulla natura: Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti (Gen 6, 5-7). Oggi solo lo stesso uomo che ha causato l’agonia del pianeta potrà scongiurare la sciagura che incombe con un cambiamento netto dei modelli di vita. Sweet Home non è certo una soluzione. La sua presenza con la sua reale funzionalità si pongono nell’habitat fluviale come una presenza che parla a chi non si ferma al semplice e stereotipato approccio con l’arte. Il funzionamento di Sweet Home è anche funzione culturale che vuole invalidare tutte le aspettative tradizionali e le costruzioni mercantili dell’arte dei tanti e troppi “maestri”.
L'autore concede ad altri il diritto di ricostruire Sweet Home ovunque, nel rispetto della licenza CC (Creative Common) che protegge chi intende riprodurre l'opera dalla preoccupazione di infrangere il diritto d’autore, nel rispetto delle condizioni specificate. La licenza CC BY-NC-ND consente di riprodurre l'opera seguendo le istruzioni fornite nelle tavole del progetto, purché non vengano apportate modifiche, non siano presenti scopi commerciali e sia sempre attribuita la paternità dell’opera.
FINE
La Galleria del premio Suzzara
Il Premio Suzzara nacque nel 1948. 
Lo inventò Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, con il sostegno appassionato del sindaco d'allora, Tebe Mignoni, e dello scrittore, poeta e cineasta Cesare Zavattini. Si distinse subito come “Premio d’Arte” dalle analoghe iniziative del tempo per due ragioni: la composizione della giuria, che doveva valutare e premiare le opere d'arte presentate, e il carattere dei premi.
La giuria, da regolamento, non doveva essere composta soltanto da esperti come galleristi, storici e critici d'arte, giornalisti , ma anche da un operaio, un impiegato e un contadino. I premi erano “messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara”, e da tutte le forze produttive del territorio: potevano essere una forma di formaggio grana, un vitello, un puledro, una cucina economica, fusti di vino, un maialetto, sacchi di farina, burro, salami, polli, uova “e altri che venissero offerti”. Fu un'idea spettacolare per quei tempi che si calava perfettamente in una realtà agricolo-industriale come quella suzzarese, carica di una forte valenza simbolica in quanto equiparava il valore dei prodotti del lavoro artistico, con quello dei prodotti del lavoro contadino e operaio. Villani condensò tutto questo nello slogan “Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”.
Le opere premiate rimanevano di proprietà del Comune, che le conservava nella prospettiva di una Galleria che doveva essere intitolata al lavoro visto che il tema fin dalla prima esposizione era “Lavoro e lavoratori nell’arte”. 
Il Premio Suzzara rifletteva un'idea per molti aspetti sorprendente e utopica, secondo la quale l'arte non doveva essere elitaria ma rispondere a un bisogno di bellezza, qualità e poesia comune a tutti gli uomini, di qualunque condizione sociale e livello culturale. Dalla collezione di Suzzara si riescono a cogliere i termini della questione realista nell'Italia tra gli anni Quaranta e i Cinquanta: all’idea di “un'arte comprensibile e umana” si collegava il vecchio concetto di realismo come arte democratica, elaborato da Gustave Courbet un secolo prima .Tra gli autori di quegli anni presenti in collezione ricordiamo: Armando Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, Domenico Cantatore ,Giulio Turcato, Franco Francese Bepi Romagnoni, Titina Maselli ecc.
Anche negli anni Sessanta del Novecento, gli anni del boom economico il tema del lavoro e l’interesse per tematiche di impegno civile continuarono a caratterizzare le edizioni del Premio Suzzara, pur secondo moduli espressivi variamente condizionati dalle nuove tendenze dell'arte italiana di tradizione realista. 
Nel 1975 nasce la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,( dal 1976 si interrompe il Premio giunto alla sua ventottesima edizione), che intraprende un percorso in parte estraneo alla tradizione del realismo: si presentano grandi artisti contemporanei come Mauro Staccioli, Nicola Carrino, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati, Gianfranco Pardi, Gianni Colombo ecc. Nel 1989 riparte il Premio Suzzara ed arriva alla sua quarantaseiesima edizione del 2008. Nel frattempo il dibattito vivo intorno al rinnovamento della tradizione in rapporto ai linguaggi della contemporaneità coniuga la formula antica per Suzzara di Arte-Lavoro-Impresa attraverso studi e mostre sulla macchina agricola, sul design ecc. ,e favorisce la nascita, nel 2002, del Museo Galleria del Premio Suzzara che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di una storia iniziata nell’immediato dopoguerra.

Crediti
Fotografia: 10 amici
Montaggio: Lorenzo Baldi
Musiche: Stefan Berlak, Andreas Schmidt-Hoensdorf, Rufus Dalton, David Leckenby - Sonoton 
Girato nel 2018
Tecnica
Standard di produzione: ripresa HD 30p, UHD 30p, montaggio HD 30p
Camera: Varie camere e device mobili
Ottiche: varie
Supporti: vari
Codec: montaggio .mov Prores HQ, ripresa H264
Postproduzione: Final Cut Pro X

Sweet Home - Suzzara (MN), 2021

Umberto Cavenago

Sweet Home è un progetto vincitore dell’avviso pubblico “PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura italiano
Nei video la nascita la costruzione e l'inaugurazione dell'opera e le testimonianze di quanti hanno collaborato alla sua realizzazione.
Sweet Home è un’installazione site specific, commissionata dal Museo del Premio Suzzara realizzata nell’area verde tra l’argine maestro e il Po, nel territorio di Suzzara.
Sweet Home è un’installazione site specific, commissionata dal Museo del Premio Suzzara realizzata nell’area verde tra l’argine maestro e il Po, nel territorio di Suzzara. L’installazione ricalca l’immagine archetipica al contempo della casa e dell’arca, fondendo questi due ideali in un’unica scultura in acciaio CorTen. È una struttura a pianta squadrata e tetto a capanna con una doppia apertura nel senso longitudinale; non poggia su un piedistallo, ma direttamente sul prato. L’installazione è ancorata al terreno in modo che, con le esondazioni dell’area, possa sollevarsi assecondando il flusso delle acque del fiume. Il Po quindi si farà, di volta in volta, parte attiva nella sistemazione dell’opera che, piena dopo piena, cambierà posizione, angolatura, orientamento. In questo modo, l’opera diventerà parte integrante del paesaggio fluviale, istituendo con esso un dialogo.
Sweet Home è anche una vera e propria estensione del Museo del Premio Suzzara, è uno spazio anfibio, un anfratto architettonico in cui le persone possono anche salire a bordo sia con il corpo che con la mente, condividendo i contenuti che la stessa trasporta.ù
Il paesaggio offre una possibilità di un confronto diretto con il reale: di fronte al sito di collocazione dell’opera sono attraccate delle vere house-boat. La realtà e l’idea, il modello e la sua realizzazione si fronteggeranno in questo spazio. Sweet Home non vuole essere una semplice riproduzione di una barca o di una casa, ma si pone come un’opera anti-monumentale che entra in diretta e strettissima relazione con la vita delle persone del luogo.
Sweet Home appare come un oggetto residuale, sopravvissuto alle recenti trasformazioni della società contemporanea e dei suoi modelli di vita, che si delinea come un rifugio e che solleva molte domande sulla relazione dell’elemento del fiume con la vita stessa, con la storia, con la memoria che mira a coinvolgere direttamente chi frequenterà questi luoghi. L’aspetto dell’opera evoca una favola terribile e straordinaria che ha caratterizzato la nostra educazione occidentale: il racconto biblico dell’arca che non naviga ma galleggia nella furia del diluvio universale. È proprio di questo ultimo decennio, saturo di incertezze e minacce sulla nostra sopravvivenza e sull’ecosistema, che il racconto prende una notevole consistenza. Se nella narrazione del diluvio è Dio che invia il castigo all’uomo, oggi l’apocalisse biblica potrebbe essere a opera della potente presenza dell’uomo stesso che è la causa dell’alterazione degli equilibri climatici e biologici della terra. Una delle più temute conseguenze dei cambiamenti climatici è l’innalzamento del livello del mare: i cambiamenti interesserebbero, per fare solo qualche esempio, oltre all’Islanda, la Polinesia i Paesi del Nord e Venezia anche l’intera Pianura Padana, Suzzara compresa.
La storia di Noè con la sua profetica narrazione biblica è come se mettesse in guardia l’uomo dall’incombente sciagura dovuta dalla sopraffazione dell’uomo sulla natura: Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti (Gen 6, 5-7). Oggi solo lo stesso uomo che ha causato l’agonia del pianeta potrà scongiurare la sciagura che incombe con un cambiamento netto dei modelli di vita. Sweet Home non è certo una soluzione. La sua presenza con la sua reale funzionalità si pongono nell’habitat fluviale come una presenza che parla a chi non si ferma al semplice e stereotipato approccio con l’arte. Il funzionamento di Sweet Home è anche funzione culturale che vuole invalidare tutte le aspettative tradizionali e le costruzioni mercantili dell’arte dei tanti e troppi “maestri”.
L'autore concede ad altri il diritto di ricostruire Sweet Home ovunque, nel rispetto della licenza CC (Creative Common) che protegge chi intende riprodurre l'opera dalla preoccupazione di infrangere il diritto d’autore, nel rispetto delle condizioni specificate. La licenza CC BY-NC-ND consente di riprodurre l'opera seguendo le istruzioni fornite nelle tavole del progetto, purché non vengano apportate modifiche, non siano presenti scopi commerciali e sia sempre attribuita la paternità dell’opera.
FINE
La Galleria del premio Suzzara
Il Premio Suzzara nacque nel 1948. 
Lo inventò Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, con il sostegno appassionato del sindaco d'allora, Tebe Mignoni, e dello scrittore, poeta e cineasta Cesare Zavattini. Si distinse subito come “Premio d’Arte” dalle analoghe iniziative del tempo per due ragioni: la composizione della giuria, che doveva valutare e premiare le opere d'arte presentate, e il carattere dei premi.
La giuria, da regolamento, non doveva essere composta soltanto da esperti come galleristi, storici e critici d'arte, giornalisti , ma anche da un operaio, un impiegato e un contadino. I premi erano “messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara”, e da tutte le forze produttive del territorio: potevano essere una forma di formaggio grana, un vitello, un puledro, una cucina economica, fusti di vino, un maialetto, sacchi di farina, burro, salami, polli, uova “e altri che venissero offerti”. Fu un'idea spettacolare per quei tempi che si calava perfettamente in una realtà agricolo-industriale come quella suzzarese, carica di una forte valenza simbolica in quanto equiparava il valore dei prodotti del lavoro artistico, con quello dei prodotti del lavoro contadino e operaio. Villani condensò tutto questo nello slogan “Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”.
Le opere premiate rimanevano di proprietà del Comune, che le conservava nella prospettiva di una Galleria che doveva essere intitolata al lavoro visto che il tema fin dalla prima esposizione era “Lavoro e lavoratori nell’arte”. 
Il Premio Suzzara rifletteva un'idea per molti aspetti sorprendente e utopica, secondo la quale l'arte non doveva essere elitaria ma rispondere a un bisogno di bellezza, qualità e poesia comune a tutti gli uomini, di qualunque condizione sociale e livello culturale. Dalla collezione di Suzzara si riescono a cogliere i termini della questione realista nell'Italia tra gli anni Quaranta e i Cinquanta: all’idea di “un'arte comprensibile e umana” si collegava il vecchio concetto di realismo come arte democratica, elaborato da Gustave Courbet un secolo prima .Tra gli autori di quegli anni presenti in collezione ricordiamo: Armando Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, Domenico Cantatore ,Giulio Turcato, Franco Francese Bepi Romagnoni, Titina Maselli ecc.
Anche negli anni Sessanta del Novecento, gli anni del boom economico il tema del lavoro e l’interesse per tematiche di impegno civile continuarono a caratterizzare le edizioni del Premio Suzzara, pur secondo moduli espressivi variamente condizionati dalle nuove tendenze dell'arte italiana di tradizione realista. 
Nel 1975 nasce la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,( dal 1976 si interrompe il Premio giunto alla sua ventottesima edizione), che intraprende un percorso in parte estraneo alla tradizione del realismo: si presentano grandi artisti contemporanei come Mauro Staccioli, Nicola Carrino, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati, Gianfranco Pardi, Gianni Colombo ecc. Nel 1989 riparte il Premio Suzzara ed arriva alla sua quarantaseiesima edizione del 2008. Nel frattempo il dibattito vivo intorno al rinnovamento della tradizione in rapporto ai linguaggi della contemporaneità coniuga la formula antica per Suzzara di Arte-Lavoro-Impresa attraverso studi e mostre sulla macchina agricola, sul design ecc. ,e favorisce la nascita, nel 2002, del Museo Galleria del Premio Suzzara che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di una storia iniziata nell’immediato dopoguerra.

Crediti
Fotografia: 10 amici
Montaggio: Lorenzo Baldi
Musiche: Stefan Berlak, Andreas Schmidt-Hoensdorf, Rufus Dalton, David Leckenby - Sonoton 
Girato nel 2018
Tecnica
Standard di produzione: ripresa HD 30p, UHD 30p, montaggio HD 30p
Camera: Varie camere e device mobili
Ottiche: varie
Supporti: vari
Codec: montaggio .mov Prores HQ, ripresa H264
Postproduzione: Final Cut Pro X
Sweet Home

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