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La mostra è dedicata ad una recente donazione, elargita al museo da Laura Bonato, di trenta opere di Giannetto Bravi che permettono di ricostruire le tappe più significative della sua ampia e complessa attività artistica. Grazie alla donazione, il fondo Bravi andrà ad ampliare le collezioni del MA*GA permettendo di ricostruire in modo esaustivo le fasi essenziali della ricerca artistica dell’autore.
Il progetto espositivo si caratterizza per una serie di nuclei tematici: il primo è dedicato alla collaborazione e al dialogo con Pierre Restany, soprattutto in relazione al progetto “Operazione Vesuvio”. L’idea del critico francese, nel 1972, fu quella di trasformare le falde del vulcano partenopeo in un parco culturale internazionale aprendo una call per progetti a cui risposero artisti italiani ed internazionali come lo stesso Bravi ma anche Enzo Mari, Gianni Bertini, Christo, Dennis Oppennheim e George Brecht. Il progetto di Giannetto Bravi per l’occasione consisteva in una serie di camminate sul vulcano per invaligiarne la terra al fine di preservarlo dallo sfruttamento urbano.
Dal progetto dedicato al Vesuvio, Giannetto Bravi inizia a riflettere sugli immaginari e gli stereotipi dei luoghi cominciando ad utilizzare cartoline e immagini ripetute: una ricerca metodica e concettuale che culmina in una mostra presso la Galleria Milano nel 1976, accompagnata da una conversazione con Vicky Alliata, Gillo Dorfles, Pierre Restany e Lea Vergine e successivamente una mostra presso lo Studio Marconi nel 1980 con presentazione di Filiberto Menna. Di questo periodo risultano particolarmente significativi i ritratti fotografici ripetuti di critici d’arte come Del Guercio o Ballo.
La più recente ricerca di Bravi si sposta più propriamente sull’immaginario museale e le quadrerie di cartoline ripetute di celebri opere della storia dell’arte che culmina nella grande mostra presso il Museo di Capodimonte nel 2007.
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