Nato nel 1956 a Rocca d'Evandro (CE), Franco Marrocco compie i suoi studi presso il Liceo Artistico di Cassino e poi all'Accademia di Belle Arti di Frosinone. Le sue prime opere risalgono alla fine degli anni settanta, periodo in cui Marrocco inizia ad esporre i suoi lavori in mostre personali - come quella al Centro Servizi Culturali di Cassino (1978) - e collettive, come in occasione del Premio Mazzacurati di Teramo (1979).
Evidente, in questi lavori, l'influenza di Francis Bacon dalle cui atmosfere Marrocco sembra essere suggestionato, almeno fino ai primi anni ottanta, tempi in cui realizza i cicli degli Schermi e della Poesia contorta. È il momento in cui si fa più intensa anche la sua attività espositiva: l'artista allestisce alcune mostre personali, tra cui quelle alla Galleria Gonnelli di Firenze, cat. A.B. Del Guercio, al Centro di Sarro a Roma e al Museo Archeologico
di Sezze (Latina). Nelle sue opere, gradualmente, lungo il corso di quel decennio, la figura umana, che campeggiava - per lo più solitaria - nello spazio pittorico, si trasforma e viene come inghiottita da un tormentato e convulso arrotarsi di segni cromatici di densa materia pittorica che ne prendono il posto.
In questi dipinti il dramma umano non viene più rappresentato, ma evocato attraverso un dipingere che vede assurgere il colore al ruolo di protagonista dell'opera, al punto da farsi - di li a poco - responsabile anche della definizione della spazialità della tela.
Esemplari, in questo senso, dipinti come La Cupola del 1985-86 e, soprattutto, il trittico Sul mio cielo volano anche gli angeli che l'artista espone alla XI Quadriennale Romana del 1986.
Sul finire del decennio la pittura di Marrocco evolve verso una figurazione che non soltanto è sempre più libera
da esigenze di mimesi della figura umana ma che, abbandonando ogni residuo descrittivo, risolve lo spessore psicologico del dipingere nei termini di una “emotività onirica”, reimpostando in modo inedito anche il problema dello spazio che si risolve nei termini di un dialogo libero tra dense pennellate di materia cromatica che, attraverso bagliori di luce, definiscono il rapporto figura/sfondo.
Sono queste le opere che l'artista espone in occasione delle mostre personali che si susseguono, numerose,
tra le fine degli anni ottanta e l'inizio del decennio successivo. Dalla metà degli anni Novanta, pur nella sostanziale coerenza di fondo, la ricerca di Marrocco giunge a nuove soluzioni espressive. La sua pittura, che si esprime attraverso il lessico dell’astrazione, si fa più decantata, sottilmente poetica: in essa lo spazio sembra dilatarsi fino ad essere assorbito “entro le maglie del tempo. In questi ultimi anni Marrocco allestisce numerose personali: nel 1990 presso l'OCDE, a Parigi; nel 1991 al Palazzo dei Priori di Perugia; nel 1998 alla Sala Polivalente del Parlamento Europeo a Bruxelles, al Museo Butti di Viggiù (Varese) e al Palazzetto dell'Arte di Foggia; nel 1999 al Chiostro di Voltorre a Gavirate (Varese); nel 2000 al Palazzo Reale di Caserta, cat. M. Bignardi; nel 2001 a Villa Rufolo a Ravelloe presso la Reggia di Caserta; nel 2003 alla Galleria Romberg di Latina e nel 2004 alla Galleria Il Chiostro di Saronno (Varese); nel 2014 presso il Building Bridges Art Exchange di Los Angeles (USA) e la Sacrestia del Bramante a Santa Maria delle Grazie a Milano; dal 2016 al 2017, con il ciclo "L'Eco del bosco", presso la galleria Cattai di Milano, il Palazzo Collicola - Arti visive a Spoleto e il Palazzo Leone da Perego a Legnano.
Dal 2012 al 2018 ha diretto l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
SITO WEB: http://www.francomarrocco.it
CREDITS
Directors: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Photography: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Camera: Lorenzo Baldi
Editing: Lorenzo Baldi
Music: composed by AIVA (Artificial Intelligence Virtual Artist), https://www.aiva.ai
Filmed: 2023
TECHNICALITIES
Production standard: shot UHD, 25p, edited HD 1080p
Camera: Panasonic GH5, DJI Mini 3 Pro
Lenses: 14-140 mm f 3,5-5,6, Tokina 11-16 mm f 2,8, Sigma 18-35 mm f 1,8, Sigma 50-100 mm f 1,8
Supports: Vinten, iFootage motion control
Codec: Prores HQ, .mp4 150 Mbps
Postproduction: Da Vinci Resolve 18
CREDITS
Directors: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Photography: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Camera: Lorenzo Baldi
Editing: Lorenzo Baldi
Music: Ligeti. Davis, Varése, Marais. Feldman, Cage, Bartok
Filmed: 2018
TECHNICALITIES
Production standard: shot UHD, 25p, edited HD 1080p
Camera: Panasonic GH5, DJI Mini 3 Pro
Lenses: Panasonic 14-140 mm f 3,5-5,6 - Tokina 11-16 mm f 2,8, Sigma 18-35 mm f 1,8, Sigma 50-100 mm f 1,8
Supports: Vinten, iFootage motion control
Codec: Prores HQ, .mp4 150 Mbps
Postproduction: Da Vinci Resolve 15
CREDITS
Directors: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Photography: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Camera: Lorenzo Baldi
Editing: Lorenzo Baldi
Music: Ligeti. Davis, Varése, Marais. Feldman, Cage, Bartok
Filmed: 2018
TECHNICALITIES
Production standard: shot UHD, 25p, edited HD 1080p
Camera: Panasonic 14-140 mm f 3,5-5,6 - Tokina 11-16 mm f 2,8, Sigma 18-35 mm f 1,8
Supports: Vinten, Konova
Codec: Prores HQ, .mp4 150 Mbps
Postproduction: Da Vinci Resolve 15
The Monza Royal Palace was built by Empress of Austria Maria Theresa, as a summer residence of his son, the archduke Ferdinand of Habsburg-Este.
The location was helthy and pleasant, and a symbol of the relationship between Austria and Italy, laying on the road from Milan to Vienna.
Since 1777, the imperial architect Joseph Piermarini was in charge of the building, which was completed in 3 years. Piermarini was inspired by the Schönbrunn Castle (the reverse U plan), and Caserta Royal Palace, dsigned by Vanvitelli, his master. The Palace is very large: 700 rooms and 22.000 m².
During the napoleonic era, Eugene Beauharnais, since 1805 viceroy of the newly created Italy Kingdom, established his residence at the Palace.
Architect Louis Canonica was appointed by the new viceroy to build a small royal theatre and to enlarge the garden, which is now known as "Monza Park".
After the fall of Napoleon (1815) the Austrian came back. Viceroy Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena, passionate about botany, added new, precious plant species to the park and founded a gardening professional school.
After the 2nd Italian War of Indipendence (1859) the royal palace was acquired by the House of Savoy. In 1868 Vittorio Emanuele II donated the Palace to his son, the future king Umberto I, on the occasion of his marriage with Margherita.
On 29 July 1900, Umberto I was assassinated in Monza. Following this event, the new king Vittorio Emanuele III closed the Monza Palace and moved to Rome, at the Quirinale, most of the furniture.
After WW II, when Italy switched to Repubblic, the southern wing became state property, while the rest of the palace is owned by the town of Monza and the Administration of Lombardy Region.
From 2012 to 2014 restoration works were carried out. Now people can visit the Royal Apartments, where some furniture is still present, and other ceremonial rooms and private apartments.
WEBSITE: http://www.reggiadimonza.it
CREDITS
Directors: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Photography: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Camera: Lorenzo Baldi
Editing: Lorenzo Baldi
Music: Otto Sieben, Roman Raithel - Sonoton
TECHNICALITIES
Production standard: shot UHD, 25p, edited HD 1080p
Camera: Panasonic GH4, GH5Lenses: Panasonic 14-140 mm f 3,5-5,6 - Sigma 50-100 mm f 1,8, Sigma 18-35 mm f 1,8
Supports: Vinten, Cartoni, Konova slider
Codec: Prores HQ, .mp4 100 Mbps, .mp4 150 Mbps
Postproduction: Final Cut Pro X
CREDITS
Directors: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Photography: Liliana Carugati, Lorenzo Baldi
Camera: Lorenzo Baldi
Editing: Lorenzo Baldi
Music: Krystof Meyer - Sonoton Library
TECHNICALITIES
Production Standard: HD 1080/25p
Camera: Sony NEX-FS100
Camera Supports: Vinten, ABC crane
Codece: Prores HQ, AVCHD 28 Mbs
Postproduction: Final Cut Pro X